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getulio alviani franco angeli arman (fernandez armand) enrico baj aldo ballo joseph beuys max bill alighiero boetti agostino bonalumi antonio calderara enrico castellani ugo celada da virgilio mario ceroli christo gianni colombo lucio del pezzo sonia delaunay fortunato depero nicolai diulgheroff césar domela piero dorazio lucio fontana piero gilardi camille graeser robert indiana emilio isgrò allen jones ugo la pietra roy lichtenstein verena loewensberg richard paul lohse urs luthi pavel mansurov giuseppe maraniello enzo mari fausto melotti francois morellet ugo mulas bruno munari ugo nespolo mario nigro peter phillips gianni piacentino michelangelo pistoletto fabrizio plessi concetto pozzati ugo pozzo mario radice mel ramos edival ramosa man ray jean-baptiste roosevelt mimmo rotella emilio scanavino mario schifano jesus raphael soto superstudio emilio tadini wassilakis takis joe tilson victor vasarely luigi veronesi renato volpini andy warhol tom wesselmann |
acquarelli gouaches chine altro bozzetti pubblicitari cartoline firmate dipinti disegni fotografia grafiche inviti a mostre libri manifesti e manifesti firmati multipli ornamenti e gioielli d'artista piatti progetti quadri antichi sculture tecniche miste luigi veronesi Nato a Milano nel 1908 lavora nello studio di un pittore napoletano, Carmelo Violante, che ha il merito di insegnargli tutto ciò che riguarda il mestiere, soprattutto in ambito paesaggistico e figurativo. La grande mostra di Modigliani del 1930 e la scoperta, nella stessa occasione, di Kandinsky, Klee, Schlemmer ed il gruppo del Bauhaus, gli aprono improvvisamente la strada verso l'astrattismo. Quattro anni dopo Veronesi aderisce al gruppo Abstraction-Création: espone i bozzetti per "Le Rossignol" di Stravinskij e comincia una serie di ricerche sul fotogramma, sulla fotografia astratta e la solarizzazione. Nel 1935 partecipa alla prima mostra collettiva di arte astratta a Torino e realizza dieci bozzetti di costumi per "Pelléas et Mélisande" di Claude Débussy. Questi lavori appartengono all'attività scenografica che Veronesi svolge fino agli anni Quaranta. A questo periodo corrisponde infatti la sua collaborazione col gruppo teatrale Palcoscenico, in cui esordiscono Paolo Grassi e Strehler: lo interessa soprattutto il teatro musicale che gli permette di studiare il rapporto fra arti visive e musica, tra arti dello spazio e arti del tempo. L'attenzione maturata anche nei confronti del fotomontaggio illustrativo, cui si aggiungeranno il cinema e la musica, fa di Veronesi l'artista italiano più vicino al concetto di polidimensionalità o di arte intesa come progetto globale che era tipico del Bauhaus. Partecipa attivamente alla maggior parte delle mostre degli anni a seguire, quale la mostra storica dell'astrattismo italiano alla XXXIII Biennale di Venezia, il Festival di Musica Contemporanea. Per quanto riguarda le trasposizioni cromatiche di partiture musicali,alla fine degli anni Trenta persegue la precisa resa matematica dei timbri e delle altezze del suono in pittura. Negli anni Sessanta con l'aiuto di uno strumento di misurazione, lo spettroscopio, riuscirà ad associare un colore alla lunghezza d'onda di ogni tono. Luigi Veronesi muore nel Febbraio del 1998. per questo autore sono disponibili: acquarelli gouaches chine grafiche multipli |
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