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mario nigro



Il nome di Mario Nigro (Pistoia 1917 – Livorno 1992) è legato alla vicenda del MAC. Il Movimento Arte Concreta, fondato a Milano nel 1948, propugnava un’arte che attingeva a forme e colori di autonoma elaborazione, visti non come astrazione dalla natura. Fra i promotori, con Munari e Soldati, c’era Gillo Dorfles, allora pittore oltre che critico. Fu lui a presentare, nel 1951, la prima personale del giovane artista approdato dalla Toscana a Milano. Nigro s’impose con una pittura di geometrica tessitura e rapporti dinamici di colore piatto, molto vicina alla lezione olandese di Van Doesburg, ma carica di energia vitale.
Questa energia evolve negli anni Cinquanta in griglie strettissime con verdi acidi, gialli lampeggianti, interventi di rosso: una svolta in direzione optical (linea alla quale egli, forte delle sue lauree in Chimica e Fisica, dedicherà anche saggi teorici). Peraltro una sua personale nel 1956, ispirata a "tensioni reticolari", fu letta anche come allusione drammatica all’invasione sovietica dell’Ungheria. Il dilagare dell’Informale mise poi in ombra i protagonisti del MAC. Nigro proseguì in una ricerca di spazi sempre più essenziali e rarefatta nei ritmi. Un suo quadro del 1954, esposto alla Biennale di Venezia del 1993, segnò l’inizio di una rivalutazione tuttora in corso.


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mario nigro
10 tavole 1948-55/1983
serigrafie a 1-9 colori
su carta rosaspina fabriano-dimensioni cm.33x48- tiratura 100 copie numerate e firmate a mano dall'autore.
edizione: centro serre ratti como.
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