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getulio alviani franco angeli arman (fernandez armand) enrico baj aldo ballo joseph beuys max bill alighiero boetti agostino bonalumi antonio calderara enrico castellani ugo celada da virgilio mario ceroli christo gianni colombo lucio del pezzo sonia delaunay fortunato depero nicolai diulgheroff césar domela piero dorazio lucio fontana piero gilardi camille graeser robert indiana emilio isgrò allen jones ugo la pietra roy lichtenstein verena loewensberg richard paul lohse urs luthi pavel mansurov giuseppe maraniello enzo mari fausto melotti francois morellet ugo mulas bruno munari ugo nespolo mario nigro peter phillips gianni piacentino michelangelo pistoletto fabrizio plessi concetto pozzati ugo pozzo mario radice mel ramos edival ramosa man ray jean-baptiste roosevelt mimmo rotella emilio scanavino mario schifano jesus raphael soto superstudio emilio tadini wassilakis takis joe tilson victor vasarely luigi veronesi renato volpini andy warhol tom wesselmann |
acquarelli gouaches chine altro bozzetti pubblicitari cartoline firmate dipinti disegni fotografia grafiche inviti a mostre libri manifesti e manifesti firmati multipli ornamenti e gioielli d'artista piatti progetti quadri antichi sculture tecniche miste michelangelo pistoletto inizia la sua attività nel 1957 lavorando come restauratore di dipinti antichi, quindi si dedica alla pittura figurativa di stampo tradizionale. ei suoi quadri, dove compaiono ritratti di grandi dimensioni, è già presente la sua tematica futura: quella dell'uomo alienato, alla ricerca di un nuovo rapporto con la realtà. a partire dal 1962, pistoletto approda ad una diversa concezione del realismo, presentando alla “promotrice” di torino la sua prima superficie specchiante ,"il presente", ottenuta con una tecnica di riporto fotografico su lastre di acciaio inox: il vero protagonista di queste opere è il rapporto che si crea tra lo spettatore, la sua duplicazione speculare, e l'oggetto o la figura, a grandezza naturale, impressa sulla superficie. altre volte l'effetto psicologico è ottenuto mediante la riflessione in uno specchio deformante, che rimanda allo spettatore un'immagine "diversa" e spaesata. contemporaneamente l'artista estende il suo interesse alla creazione di un intero ambiente, utilizzando una tecnica di derivazione new-dadaista, cioè l'assemblage di oggetti eterogenei. verso il 1968, aderendo idealmente al movimento teorizzato da celant, egli approda alla "arte povera" ricorrendo per le sue sculture a materiali non privilegiati quali candele, corde, carta: ne è un esempio la "venere degli stracci" (1968) e lo "zoo", in cui attori improvvisati eseguono azioni mimiche e comportamenti "poveri". negli anni '70 quel suo desiderio di invadere lo spazio, di "portare l'arte ai bordi della vita", come egli stesso afferma, si è risolto nell'allestimento delle "stanze", serie di dodici mostre, presentate mensilmente presso la galleria stein di torino, tra l'ottobre del 1975 e l'ottobre 1976. pistoletto ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio del ministero della pubblica istruzione nel 1962 e il premio san fedele a milano nel 1958. dopo la prima mostra personale, allestita nel 1960 presso la galleria galatea di torino, ha partecipato a numerose manifestazioni artistiche: la III biennale di san marino, 1961; "alternative attuali" l'aquila, 1963; "mythologies quotidiennes", parigi, 1964; XXXIII biennale di venezia, 1966; "documenta IV", kassel, 1968; "arte povera", torino, 1970; "combattimento per un'immagine", torino, 1973. all'artista è stata inoltre dedicata una mostra antologica al palazzo grassi di venezia nel 1976. per questo autore sono disponibili: multipli |
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